Come combattere l’ansia e lo stress con rimedi naturali
Lo stress può essere definito come la somma delle reazioni messe in atto dall’organismo di fronte a qualunque stimolo negativo, fisico, mentale o emozionale che tenda a perturbarne l’equilibrio. Quando tale risposta è inadeguata si può giungere alla malattia. In realtà lo stress è necessario alla vita ed ha un significato positivo quando rimane sotto controllo: si tratta del cosiddetto eu-stress (dal greco, ‘stress positivo’). Tuttavia quando esso supera le possibilità di adattamento dell’organismo, esso provoca conseguenze negative con manifestazioni inizialmente funzionali e quindi organiche: è il cosiddetto dis-stress (dal greco, ‘stress negativo’).
Ansia e Stress
Le acquisizioni scientifiche sullo stress sono recenti ed iniziano nel XIX secolo, in concomitanza con il crescere dell’esposizione dell’uomo a fattori ambientali sempre più complessi e aggressivi. Dal tentativo costante di rispondere alle sollecitazioni esterne per mantenere o riportare le condizioni interne alle condizioni di partenza, origina una tensione che viene definita stress. Si tratta di un termine inglese mutuato dalla fisica e che tecnicamente indica la forza che applicata ad un corpo solido tende a deformarlo. Allo stesso modo le forze esterne attive sul nostro organismo provocano una tensione che può essere favorevole per la nostra crescita ed in tal caso viene definito eustress o stress positivo, oppure provocare una serie di conseguenze negative. Questa seconda condizione viene definita distress.
Qualche anno dopo, nel 1936, il medico ungherese Hans Selye conduce degli studi che dimostrano la natura universale ed aspecifica della risposta di ogni vivente nei confronti degli stimoli ambientali. Egli individua inoltre una sequenza ben determinata nel corso della risposta generale. Un organismo esposto ad una minaccia ambientale attiva una prima risposta di allarme con modificazioni biologiche tali da permettergli una reazione di ‘lotta’ o di ‘fuga’. Se la condizione aggressiva persiste, subentra una seconda fase, assicurata da meccanismi di progressivo adattamento. E se lo stress è troppo forte o prolungato nel tempo cominciano a comparire i segni dell’esaurimento.
Stress ed emozioni
Nel corso degli ultimi decenni è aumentata la consapevolezza del ruolo preponderante svolto dalle emozioni come fattore interno responsabile di stress. Stati di ansia, angoscia, panico, tristezza, depressione, ridotta autostima, gelosia, paure, preoccupazioni, emozioni e schemi comportamentali che influenzano negativamente l’esistenza rappresentano esperienze di intenso stress negativo che possono favorire la comparsa della malattia.
Per difendersi dallo stress è consigliabile seguire alcune regole generali come condurre una vita sana, seguendo un’alimentazione bilanciata, dormendo a sufficienza, praticando un’attività motoria regolare, dedicando un po’ di tempo agli hobbies e al relax, eliminando fumo, alcol e bevande a base di caffeina. Quando si è in condizioni di forte stress sono di grande utilità le tecniche di rilassamento facilitate dalla respirazione profonda. Alcuni semplici accorgimenti possono aiutarci per trasformare lo stress negativo in positivo.
L’osservazione e la ricerca hanno consentito di individuare i metodi efficaci e inefficaci nel contrastare lo stress. Il lavoro eccessivo, il fumo di sigaretta, il ricorso al cibo, l’assunzione di farmaci o droghe rappresentano dei comportamenti non efficaci per ridurre le conseguenze dello stress, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari. I metodi capaci di contenere lo stress comprendono un’alimentazione sana, la pratica regolare di attività fisica, il sonno, il gioco, la meditazione, il massaggio, lo yoga.
Stress, difese immunitarie e malattia
Negli ambienti scientifici è noto da tempo che lo stress negativo è responsabile di un’alterata regolazione dell’attività difensiva immunitaria che, quando sia prolungata nel tempo, può indurre l’insorgenza di manifestazioni patologiche anche gravi. La persistenza di condizioni stressanti aumenta il rischio di malattie infiammatorie, allergiche, infettive, autoimmuni e tumorali. Negli ultimi anni si è evidenziata inoltre la presenza di una interazione reciproca tra gli ormoni dello stress da un lato ed i mediatori del sistema immunitario dall’altro. Tale scoperta ha dato impulso alla nascita di una nuova disciplina che studia l’interazione tra la psiche, il sistema nervoso, il sistema endocrino e quello immunitario, definita PNEI (psico-neuro-endocrino-immunologia).
Ansia e panico
Lo stato ansioso è l’elemento basilare di quasi tutte le espressioni delle nevrosi. Spesso assume il carattere della ‘crisi’, con anarchia del comportamento e compromissione totale delle funzioni cognitive (concentrazione, memoria). Si manifesta con fenomeni a livello dei vari apparati: fenomeni cardiocircolatori (palpitazioni, crisi di ipertensione, turbe vasomotorie); respiratori (fame d’aria, dispnea sospirosa, iperventilazione); gastrointestinali (secchezza del cavo orale, nausea, conati di vomito, diarrea); urinari (stimolo frequente alla minzione); muscolari (contratture, tremori); sensoriali (offuscamento visivo, ronzio auricolare, capogiri, mal di testa); spesso sono presenti anche disturbi di tipo generale con difficoltà di concentrazione e dell’addormentarsi.
Il termine ‘panico’ deriva dal nome del dio Pan, figlio di Hermes e di una ninfa, mezzo uomo e mezzo caprone che terrorizzava con le sue urla improvvise e violente. Si tratta di una reazione emozionale acuta che si manifesta dopo uno shock intenso od uno stress brutale, oppure prima di una prova temuta (esame, test, gara sportiva, spettacolo), con obnubilamento, debolezza muscolare, tremori, disturbi visivi, diarrea.
Ansia, stress e dolore muscolare
Si tratta di un concetto introdotto da un Wilhelm Reich, allievo di Freud, che ha promosso nel lavoro analitico un lavoro diretto al corpo, basato su esercizi, posture, massaggio, verbalizzazione ed espressione delle emozioni, per rimuovere blocchi energetici responsabili di zone di tensione dolorosa muscolare. Successivamente A. Lowen, ha individuato sette blocchi energetici corporei dovuti a emozioni trattenute:
- Blocco oculare. Può dare un’espressione dubbiosa, spenta o cinica allo sguardo. Può essere rimosso lavorando sull’emozione della paura, per es. facendo spalancare gli occhi.
- Blocco orale. Interessa i muscoli della bocca e della gola, soprattutto per pianto trattenuto o rabbia inespressa. Può essere rimosso con movimenti di suzione e del riflesso del vomito.
- Blocco cervicale. Spesso conseguenza di autocontrollo, pianto, collera e grida trattenute.
- Blocco toracico. Si manifesta con riduzione della dinamica respiratoria che provoca inibizione delle emozioni.
- Blocco del diaframma. Può indurre somatizzazioni a livello dell’apparato gastroenterico, principalmente a livello gastrico.
- Blocco dell’addome. A questo livello vengono trattenute le emozioni più viscerali. Si manifesta con intestino irritabile.
- Blocco pelvico. Si manifesta con difficoltà a raggiungere l’orgasmo.
Magnesio, Taurina, Vitamina B6
Il Magnesio è uno degli elementi chimici maggiori che svolge un ruolo fondamentale nella regolazione dell’eccitabilità neuro-muscolare, nella produzione e nel trasporto di energia. Riduce la secrezione dell’adrenalina e le conseguenze che essa provoca a livello del cervello, del cuore, dei muscoli e dell’apparato digerente. Lo stress provoca la fuoriuscita di magnesio dalle cellule e la sua perdita a livello urinario. E questo accade indipendentemente dal tipo di stress: sforzo fisico abnorme, rumore intenso, tensione interiore, variazione brusca della temperatura, trauma, intervento chirurgico… In condizioni di stress alla fuoriuscita di magnesio dalle cellule si associa l’entrata del calcio e conseguente aumento della contrazione a livello della muscolatura scheletrica e viscerale. Da questa condizione possono derivare contratture, crampi muscolari e spasmo della muscolatura liscia, responsabile di dolore addominale e mestruo doloroso.
L’attualità del magnesio va ricercata nel suo deficit diffuso nei Paesi industrializzati, conseguente all’aumentato consumo in condizioni di stress e al ridotto apporto. Il processo di raffinazione e cottura degli alimenti ha ridotto in maniera drastica il contenuto in magnesio degli alimenti. Le conseguenze del deficit di magnesio sono molteplici e sono spesso associate all’esperienza di forte stress. Vengono distinte, in modo didattico, in manifestazioni generali (iperemotività, ansia, insonnia, vulnerabilità allo stress, stanchezza, disturbi della memoria), muscolari (contratture, spasmi, crampi, fascicolazioni, cefalea tensiva), circolatorie (sindrome premestruale, ipertensione arteriosa, emicrania, acrocianosi) e viscerali (dispnea asmatiforme, precordialgie, intestino irritabile, mestruo doloroso).
La Taurina è un aminoacido solforato che svolge un’attività simile e complementare a quella del magnesio.
La Vitamina B6 è indispensabile per la sintesi della Taurina. Essa può agire solo se viene attivata dal Magnesio. È inoltre coinvolta nella conversione del 5-HTP a serotonina.
In Fitoterapia si utilizzano le foglie e i fiori
I principali costituenti comprendono: flavonoidi (iperoside, vitexina-2-ramnoside, rutina, crisina, glicosilflavoni), procianidine oligomere, acidi fenolcarbossilici, acidi triterpenici, steroli, amminopurine, olio essenziale.
Il Biancospino
Le principali attività del Biancospino sono sedative, ipotensive, antispasmodiche, cardiotoniche, antiaritmiche (riduzione della frequenza cardiaca), vasodilatatrici coronariche. Stati ansiosi, insonnia, tachicardia, ipertensione arteriosa, insufficienza cardiocircolatoria, rappresentano le principali indicazioni. Il Biancospino viene impiegato principalmente per la sua azione miorilassante e sedativa a livello del sistema nervoso centrale. Alcuni flavonoidi, come la crisina, sono in grado di interagire a livello di siti recettoriali per le benzodiazepine. È considerata la pianta elettiva per i disturbi cardiocircolatori. Agisce sul sistema cardiovascolare dilatando la muscolatura dei vasi, in particolare quelli coronarici, diminuendo la resistenza periferica (azione ipotensiva), agendo direttamente sul miocardio con un’azione inotropa positiva (aumento della forza contrattile).
La Griffonia
Denominazione botanica: Griffonia simplicifolia L. Vengono utilizzati i semi. Principale costituente è il 5-HTP (5-idrossi-triptofa-no). Ha proprietà rilassanti e antidepressive. L’impiego della Griffonia è per disturbi ansiosi, lievi stati depressivi, disturbi del sonno, deficit di attenzione legato a stress. I semi di Griffonia contengono naturalmente 5-HTP (5-idrossitriptofano), un intermedio del triptofano ossia del precursore del-la serotonina, importante neurotrasmettitore coinvolto in funzioni come il sonno ed il tono dell’umore.
L-teanina
È un aminoacido estratto dalle foglie del tè che, a livello cerebrale, ha dimostrato essere in grado di stimolare la produzione delle onde alfa cerebrali, con conseguente effetto rilassante, senza provocare sonnolenza. Sono stati condotti numerosi studi farmacologici e clinici che hanno confermato: effetti rilassanti, aumento della capacità di apprendimento e concentrazione, riduzione della pressione, miglioramento della qualità del sonno, recupero da stress fisico, miglioramento delle performance fisiche e mentali.
Alcuni consigli utili per combattere l’ansia
- Seguire un’alimentazione varia ed equilibrata, consumare regolarmente frutta e verdura e preferire cibi integrali;
- bere molta acqua ricca in magnesio lontano dai pasti; evitare o ridurre l’uso di bevande e/o sostanze stimolanti;
- praticare un’adeguata attività motoria quotidiana senza frenesia o ansia;
- rispettare pause e riposi ed alternare lavoro e riposo, veglia e sonno;
- dedicare una parte del proprio tempo libero agli hobbies, alla lettura, alla conversazione e a pratiche di rilassamento di mente e corpo;
- contrastare lo stress, ricorrendo eventualmente all’utilizzo di piante adattogene e minerali. In particolare si consiglia l’integrazione di Magnesio;
- concedersi adeguati periodi di vacanza, preferendo gli ambienti naturali;
- dormire almeno 8 ore ogni notte e favorire un buon sonno.